concept

Difetti. 13 proposizioni

La serie Difetti è un progetto video-poetico che mescola parola, immagine e performance. La parte testuale alla base dell’intera struttura è composta da tredici proposizioni che tentano di incapsulare gli elementi fondamentali di un carattere. Come degli specchi, il loro sforzo è quello di riflettere l’intero universo a partire da una precisa angolatura – quella di un difetto, appunto – scrivendone, da un lato, la definizione esemplare, e mettendone in luce, dall’altro, tutta la potenza distorsiva e claustrofobica nella mente della protagonista. La controparte visiva si incarica poi di incarnare questi difetti in un corpo, concreto e sospeso al tempo stesso: un’immagine pressoché immobile viene percorsa da tic e spaesamenti, una persona adulta si traveste nella propria fototessera infantile e rivive all’interno di quello stesso formato, descrivendo un’eco che si dispiega in uno spazio piccolo, come un’ellisse che torna su se stessa. Unica via di uscita: il dialogo in sottofondo tra questo io, spaurito e chiuso, e un tu che pazientemente scioglie tensioni e allusioni in un discorso che serve a spiegare. Una sorta di esorcismo che stempera con leggerezza, comprensione e ironia quella che in fondo non è che la solita vecchia paura.

La macchina del carattere

La machine à caractère, o macchina del carattere, rappresentava in origine la prima traduzione visiva, sotto forma grafica, delle proposizioni. Immaginando ogni difetto come un circuito chiuso che ci costringe a girare su noi stessi come palline impazzite di un flipper difettoso, ogni componente della macchina rappresenta uno dei difetti, ovvero una postura, o un movimento peculiare a cui viene costretta l’anima della protagonista. Le tredici componenti, assemblate in successione, finiscono per chiudersi in un circuito ripetitivo e realisticamente impossibile, ma dal forte impatto visivo, che rende immediatamente la complessità, né buona né cattiva, ma sicuramente contorta, di un’intera personalità.

Nella sua traduzione sotto forma di arte pubblica, la macchina del carattere viene sovrapposta alla cartina stradale della città di Bergamo: in corrispondenza del luogo in cui cade di volta in volta la biglia, appare un manifesto che riporta la proposizione e il fermo-immagine del difetto relativo. Il manifesto contiene un QR code che rinvia al sito web del progetto, a cui il passante casuale può collegarsi per visionare i contenuti nella loro interezza.


Giulia Cosio (Sarnico, 1987) è poetessa, artista visiva e professoressa di filosofia. Ha incontrato e corrisposto per anni con Tzvetan Todorov, con la cui collaborazione è nato il saggio La firma umana (2016). In ambito letterario e poetico ha pubblicato un testo in prosa per la rivista Argo (All India permit, 2017), è stata finalista del premio internazionale Michelangelo Buonarroti con Storia della creazione (2016), e compare presso Mimesis in una pubblicazione collettiva del premio “Universi 2010”. Impegnata in ambito artistico, partecipa a progetti performativi collettivi (Il pesce d’oro, sotto la direzione artistica di Samanta Cinquini) e autoriali (semifinalista nella sezione video-poesia del premio Bologna in lettere (2022).

contact: giulia.cosio@gmail.com